È inutile negarlo: ci piace il calcestruzzo.
È stato il materiale del XX secolo, declinato elegantemente nelle opere di Scarpa, Nervi, Le Corbusier. Molti architetti e artisti hanno saputo plasmare e sfruttare le caratteristiche tecnologiche del cemento armato, per produrre opere d’arte che sono ora patrimonio dell’umanità.
Da sempre sappiamo che l’impronta ecologica delle opere in cemento è importante, e proprio per questo la nostra missione è quella di proteggere il calcestruzzo per farlo durare il più a lungo possibile.
Oggi è evidente che non possiamo più progettare un futuro basato su questo materiale: produrre una tonnellata di cemento costa circa una tonnellata di CO2, sommando quella prodotta dal combustibile per scaldare i forni con quella rilasciata dal processo chimico di calcificazione. E la produzione di opere in cemento armato contribuisce per circa il 5% al riscaldamento globale, con stime in crescita per il futuro prossimo.
Molti produttori di cemento hanno già cominciato a proporre delle alternative, per così dire, più "green". Si tratta di cementi a più basso impatto ambientale, tuttavia la riduzione di emissioni promessa non ci pare una svolta così significativa.
Qual è un'alternativa al classico cemento?
La ricerca scientifica ci offre un’alternativa: i geopolimeri. La scoperta di questa nuova classe di materiali inorganici, e cioè resine, leganti, cementi e calcestruzzi a base di geopolimeri, ha suscitato nella comunità scientifica un ampio interesse e uno sviluppo caleidoscopico di applicazioni 2.
Il portamatita Ecobeton, esempio di oggetto realizzato in Geopolimeri.
I geopolimeri (link da Wikipedia) sono polimeri inorganici prodotti a basse temperature o a temperatura ambiente, con delle caratteristiche meccaniche, di resistenza al fuoco e di sostenibilità ambientale decisamente superiori al cemento Portland. Si calcola un risparmio di CO2 di oltre l’80%, con un deciso aumento delle prestazioni e soprattutto della durabilità, vero tallone d’Achille del cemento.
Noi siamo già al lavoro per sviluppare una nuova classe di prodotti a base di geopolimeri: i risultati preliminari sono molto promettenti e prevediamo il lancio dei primi prodotti nel corso del 2023.
Se sei interessato a seguire gli sviluppi di questa tecnologia o disposto a sperimentarla per primo, iscriviti alla nostra newsletter
2) J. Davidovits (2020), Geopolymer Chemistry & Application, 5th edition
Il cemento del futuro.